Un cavallo portasfortuna - Aulo Gellio
Un cavallo che portasfortuna Gellio
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Gavius Bassus et Iulius Modestus historiam de equo Seiano tradunt dignam memoria atque admiratione: ...Hinc proverbium de hominibus calamitosis ortum est: "Ille homo habet equum Seianum
Gavio Basso e Giulio Modesto narrano la storia del cavallo Seiano degna di memoria e di ammirazione: in effetti dicono che c'era un tale scrivano Gneo Seio il quale possedeva un cavallo nato ad Argo in Grecia.
Dicono che quel cavallo fosse di inconsueta grandezza, di collo alto, baio di colore, con la criniera folta, e che fosse di gran lunga superiore a tutti gli altri cavalli; ma dicono anche che quello stesso cavallo fosse di sventura o discredito tale, che chiunque lo avesse comprato e ne fosse divenuto padrone, si sarebbe rovinato fino alla morte con tutta la propria casa, la famiglia ed ogni avere. Per questo motivo dicono che Gneio Seio, il suo primo padrone, condannato a morte da M. Antonio, che divenne poi triumviro, fosse stato sottoposto ad una miseranda esecuzione capitale.
In quello stesso periodo il console Cornelio Dolabella, che si recava in Siria, attratto dalla fama di quel cavallo, cambiò direzione verso Argo e smaniando dal desiderio di possederlo, lo acquistò per centomila sesterzi. Ma anche lo stesso Dolabella venne ucciso in Siria durante una guerra civile. Tramandano che, subito dopo, C. Cassio, il quale ayeva sconfitto Dolabella, avesse portato via lo stesso cavallo, che era stato di Dolabella. È sufficientemente noto poi che Cassio, sconfitto dai Parti e sbaragliato il suo esercito, fosse andato incontro a una misera fine;
e successivamente Antonio, dopo la morte di Cassio, requisì il famoso cavallo ma, dopo esserne divenuto il padrone, anche a lui l'animale fu causa di rovina, dato che in seguito, vinto e abbandonato, Antonio trovò la morte con una fine disonorevole. E relativamente agli uomini colpiti dalla sfortuna, è nato questo proverbio: "Quell'uomo ha il cavallo di Seio".
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