Un'errata ma divertente interpretazione di un verso dell'Eneide

Un'errata ma divertente interpretazione di un verso dell'Eneide
versione latino Gellio
Traduzione dal libro Domus II pag. 34

Redeuntes Graecia Brundisium navem advertimus. Ibi quispiam linguae latinae litterator Roma a Brundisinis accersitus experiendum sese vulgo dabat....

Ritornando dalla Grecia, dirigemmo la nave verso Brindisi. Là un tale, maestro di lingua Latina, fatto venire a Roma dai Brindisini, si offriva al popolo per essere messo alla prova.

Anche noi, per divertimento, andammo da lui; infatti il nostro animo era stanco e depresso dopo il mare mosso. Lui leggeva in modo barbaro e scorretto il settimo libro di Virgilio, nel quale c'è questo verso: "Sacrificava secondo il rito cento pecore bidenti", ed invitava ad interrogarlo se qualcuno voleva imparare qualcosa di tutto ciò. Allora io, ammirato dall'audacia di quell'uomo ignorante:

"Ci potresti dire, maestro, perché sono dette bidenti?" E quello, senza nessuna esitazione ma in modo del tutto audace: "Le pecore - disse - sono dette bidenti perché hanno solo due denti". "In quale regione della terra - dico - hai mai visto, di grazia, pecore che hanno per natura solo due denti?

Si tratta infatti di un miracolo da espiare con sacri riti". Allora lui, eccitato nei miei confronti e pieno d'ira: "Chiedi piuttosto - disse - le cose che sono da chiedere ad un grammatico: infatti sui denti delle pecore si devono interpellare i pecorai". Ho sorriso alle facezie di quell'uomo incapace e mi sono allontanato.

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