Astuzia di Ismenia tebano

Ισμηνιας ο Θηβαιος πρεσβευων ποτε υπερ της πατριδος προς τον βασιλεα των Περσων, αφικετο μεν, εβουλετο δε αυτος υπερ ων ηκεν εντυχειν τω Περση. ..... Παντα ουν οσα εβουληθη κατεπραξατο, ουδε ητυχησε τινος εκ του Περσου.

Ismenia il Tebano arrivò svolgendo una missione (in qualità di ambasciatore) per la sua patria presso il re dei Persiani, ma volle incontrare lui stesso il persiano a proposito delle questioni per cui era giunto.

Si rivolse a lui l'ufficiale di corte, colui che riportava le notizie al re, e che introduceva coloro che lo chiedevano. « Però, o straniero tebano, (diceva queste parole parlando persiano attraverso un interprete), è legge nazionale dei Persiani che colui che è giunto alla vista del re non abbia parte al discorso prima di essersi prostrato davanti a lui. Se dunque vuoi tu stesso da solo incontrarti con lui, ora per te è il momento di compiere ciò che è previsto dalla legge;

altrimenti, questo verrà compiuto per te per mezzo nostro, anche se non ti sei prostrato». Ismenia allora disse: «Conducimi, e dopo essere arrivato ed essere apparso alla vista del re, toltosi l'anello, che casualmente portava, lo gettò di nascosto vicino ai piedi, e inchinandosi in fretta, lo raccolse; e diede l'impressione di essersi prostrato al persiano, e non fece nessuna delle azioni che fra i Greci provocano vergogna.

Portò a termine tutte le questioni che aveva voluto, e ottenne tutto dal persiano.

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