Giovinezza di Edipo (Versione Greco Apollodoro)
Giovinezza di Edipo Autore: Apollodoro pagina 386 del libro GRECO nuova edizione esercizi 1
Laio conquistò il regno dopo la morte di Anfione e sposò la figlia di Meneceo, che alcuni chiamano Giocasta, altri Eficasta; essendogli nato un figlio e avendo il dio predetto che sarebbe stato patricida, dà il figlio da esporre ad un pastore.
Questo lo abbandonò sul Citerione, ma i guardiani di Polibo, re di Corinto, avendo trovato il neonato lo portarono a sua moglie Polibea.
Quella avendolo preso finge di averlo partorito lei e lo chiama Edipo avendo posto questo nome per il gonfiore dei piedi. Cresciuto il bambino e prevalendo in forza sui compagni, per gelosia (era schernito come illegittimo) era biasimato di non essere figlio legittimo.
Quello chiedendo a Polibea non era in grado di saperlo; giunto a Delfi chiedeva dei propri genitori. Il dio gli disse di non tornare in patria: da una parte avrebbe ucciso il padre, dall'altra si sarebbe unito in matrimonio con la madre.
pseudo Apollodoro da altro libro
Dopo la morte di Anfitrione ottenne il regno dei tebani Laio e sposò la figlia di Meneceo, che alcuni chiamano Giocasta altri Epicasta.
Sebbene il dio gli avesse ordinato di non generare perché il figlio sarebbe stato assasino del padre questi, ubriaco, si unì alla donna e generò un figlio. In seguito (Dopo ciò) diede il neonato a un pastore affinché lo esponesse sul Citerone.
Dei pastori di Polibio, re di Corinto, scoprendo il neonato lo portarono da sua moglie Peribea. Ella lo accolse e lo allevò con grandissimo amore come proprio figlio. Ma il fanciullo, diventando grande, ed eccellendo sui coetanei per coraggio, venne biasimato per invidia e fu chiamato "illegittimo"(Il testo vero riporterebbe bastardo...). Egli allora, volendo apprendere la verità sui genitori, giunto a Delfi, chiese circa i suoi genitori
Traduzione di altro libro
Dopo la morte di Amfione, Laio prese il regno di Tebe e sposò la figlia di Meneceo, che alcuni chiamavano Giocasta altri invece Epicasta.
Poichè il Dio lo esortava di non generare figli, poiché il giovane sarebbe stato patricida, questo essendo ubriaco si unì alla donna e generò un figlio. Fopo ciò diede il bambino ad un pastore affinché lo esponesse sul monte Citerone.
Fei pastori di Polibo, re di Corinto, trovando un bambino lo portarono a Peribea moglie di quelo. E quella lo accolse e lo nutrì con amore grandissimo come figlio proprio.
Dal libro Greco Lingua e civiltà
Dopo la morte di Anfione Laio ereditava il regno. E, sposando la figlia di Meneceo, che alcuni chiamano Giocasta, alcuni, invece, (chiamano) Epicaste, benchè il dio vaticinava di non procreare figli, (infatti, il nato sarebbe diventato un parricida) egli, essendo ubriaco, si univa alla moglie.
E dà il figlio da esporre ad un pastore, bucando con spilloni le caviglie. Ma questo lo esponeva sul Citerone, e i mandriani di Polibo, re di Corinto, trovando il neonato, lo portavano a sua moglie Peribea.
Ella, adottandolo, lo fa passare per suo, e, curando le caviglie, lo chiama Edipo, dando questo nome per il fatto del gonfiarsi dei piedi. Quando si formava il ragazzo, e superando i coetanei in vigore, per invidia veniva offeso in quanto illegittimo. Egli, allora, chiedendo a Peribea , non riusciva a sapere: poi, giungendo a Delfi, chiedeva dei propri genitori.
Il dio, allora, gli diceva di non andare nella sua patria, per non uccidere il padre, e sposare la madre. Ascoltando questo, e credendo che Polibo e Peribea fossero i suoi genitori, lasciava Corinto.
Altre versioni con questo stesso titolo
Giovinezza di Edipo dal libro Mythos
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