Battaglia del lago Curzio
Tum Sabinae mulieres, quarum ex iniuria Sabini
Allora le donne sabine, dall'oltraggio delle quali era sorta la guerra, con i capelli scomposti e la veste strappata, si lanciarono tra i dardi volanti e compiuto un attacco di traverso divisero le schiere nemiche (e) separarono le ire.
Quindi pregavano i padri, per questo pregavano i mariti, di non macchiarsi del sangue nefando del suocero e del genero, di non macchiare di parricidio i loro parti, progenie, quelli dei nipoti, questi dei figli.
Elle dicevano: rivolgete le (vostre) ire verso di noi; siamo noi la causa della guerra, delle ferite e delle stragi per gli uomini e per i genitori; non vivremo con uno di voi due vedove o orfane ma moriremo.
E in memoria di quella battaglia, chiamarono il lago "Curzio" dove per la prima volta un cavallo uscito dalla profonda palude pose Curzio nell'acqua bassa.
Versione tratta Livio, Ab urbe condita
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