Cesare è contrario all'adozione di provvedimenti speciali contro i congiurati
Maiores nostri, patres conscripti, neque consilii neque audaciae umquam eguere; neque illis superbia obstat, quo minus aliena instituta, si modo proba erant, imitarentur....
I Nostri antenati, padri coscritti, non furono mai manchevoli di decisione e di audacia; e né la superbia impedì a quelli, di imitare le istituzioni altrui, purché erano oneste.
Assunsero le armi e i dardi militari dai Sanniti, parecchi simboli delle magistrature dai Tusci. Alla fine, ciò che veniva considerato ovunque idoneo presso gli alleati e i nemici, lo condividevano con sommo zelo in patria: preferivano imitare che invidiare le buone cose.
Dopo che lo stato crebbe e le fazioni si avvalsero della moltitudine di cittadini, si iniziò a circondare gli innocenti, incominciarono ad accadere diverse cose di tal genere, allora furono preparate la legge Porcia e altre leggi, grazie alle cui leggi fu concesso l'esilio ai condannati. Io, padri coscritti, per quanto meno prendessimo una nuova decisione, ritengo che questa sia prima di tutto una grande causa.
In effetti quelli che fecero con piccole risorse un impero tanto grande, ebbero virtù e maggiore saggezza, che in noi, (rispetto a noi) che a stento tratteniamo queste cose acquistate bene.
(By Maria D.)
Versione tratta da Sallustio, De Catilinae coniuratio
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