Cicerone dà una definizione di optimates
Duo genera semper in hac civitate fuerunt eorum qui versari in re publica atquein ea se excellenter gerere studuerunt; quibus ex generibus alteri populares, alteri optimates esse voluerunt....
In questa città vi furono sempre due categorie di coloro che desiderarono riversarsi nello stato e di coloro che desiderarono comportarsi in modo eccellente verso questo; di queste categorie alcuni vollero essere ottimati, altri popolari.
Si considerano popolari coloro che desideravano che quelle cose che facevano e dicevano dovessero essere giudicate dalla moltitudine coloro che invece si comportavano in modo tale, da valutare le loro decisioni in base a chiunque sia ottimo, sono considerati ottimati.
Chi è dunque questa persona ottima? Di numero, se cerchi, sono innumerevoli: sono i più ragguardevoli del consiglio pubblico, sono coloro che seguono la linea di condotta di costoro, sono gli uomini degli ordini più elevati, a cui appartiene la curia, sono i municipali e i rustici romani, sono coloro che praticano gli affari, gli ottimati sono anche libertini. Il numero, come ho detto, di questa categoria è diffuso largamente e variamente, ma tutto quanto il genere, per esser sollevato l'errore, può essere circoscritto e definito brevemente.
Tutti gli ottimati sono coloro che né sono dannosi, né disonesti per natura né furiosi né implicati nei mali domestici. Questi sono coloro che sono integri e sani e ben costituiti sulle faccende domestiche.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone, Pro Sestio
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