Clelia
Note: ci sono molte versioni diverse con questo titolo ne riportiamo alcune indicando i libri dalle quali sono state tratte e tradotte. i Libri sono: SO TRADURRE, LE RAGIONI DEL LATINO, NUOVO COMPRENDERE E TRADURRE, COTIDIE LEGERE, SUPERNI GRADUS, MAIORUM LINGUA, VERSIONI LATINE PER IL TRIENNIO, VERSIONI LATINE
Versione Clelia dal libro Le ragioni del latino
Cloelia virgo, una ex obsidibus cum castra etruscorum forte haud procul ripa Tiberis essent, frustrata custodes, dux agminis virginum inter...
La fanciulla Clelia, una tra gli ostaggi trovandosi casualmente nell'accampamento degli etruschi non lontano dalla riva del Tevere dopo aver eluso le sentinelle attraversò il Tevere come guida di una schiera di fanciulle in mezzo alle frecce dei nemici e restituì ai loro parenti tutti gli ostaggi sani e salvi.
E appena questo fu noto al re Porsenna in un primo tempo acceso dall'ira mandò a Roma dei portavoce affinché richiedessero Clelia come ostaggio poi voltosi all'ammirazione promise che se l'avessero restituita lui l'avrebbe rimandata a casa dai suoi incolume e rispettata.
Entrambe le parti mantennero la parola: i Romani riconsegnarono il pegno di pace, come previsto dal trattato, e presso il re degli etruschi la virtù fu non solo sicura ma anche onorata : il re lodò la fanciulla e le donò parte degli ostaggi.
Una volta ristabilita la pace, i Romani onorarono la virtù di Clelia con una statua equestre: fu posta nella via Sacra una vergine seduta a cavallo.
Versione Clelia dal libro Cotidie Legere
Cum Porsena apud Romam pervenisset, obsides a Romanis accepit ne urbem oppugnaret....
Dopo essere arrivato nei pressi di Roma, Porsenna, ebbe degli ostaggi dai Romani affinché non attaccasse la città.
Tra gli ostaggi vi era anche Clelia, nobile fanciulla, insieme a molti altri ragazzi e ragazze. Visto che l'accampamento del re era posto non lontano dalla riva del Tevere, Clelia, eluse le guardie, a capo della schiera di fanciulle, attraversò a nuoto il Tevere tra le frecce dei nemici.
Quando al re venne riferito tale fatto, subito egli, ardente di rabbia, inviò degli ambasciatori a Roma a reclamare Clelia secondo l'accordo; e i Romani la restituirono. Allora il re, meravigliato dal coraggio di Clelia, non solo la lodò, ma le donò anche una parte degli ostaggi e le concesse di scegliere chi voleva.
Fatti comparire tutti gli ostaggi, Clelia scelse i ragazzi che per l'età vedeva maggiormente esposti all'ingiuria (di cui vedeva l'età maggiormente esposta all'ingiuria). I Romani premiarono la straordinaria virtù della donna con un nuovo tipo di onore, una statua equestre
Versione Clelia dal libro Superni gradus
Cloelia virgo, una ex obsidibus cum castra etruscorum forte haud procul ripa Tiberis essent, frustrata custodes, dux agminis virginum inter...
Versione CLELIA da Nuovo Comprendere e tradurre
Porsena, Etruscorum rex, Romam obsidione cingebat. Etruscorum castra in Tiberis fluminis ripis posita erant ibique aliquot nobiles puellae Romanae obsides detinebantur....
Porsenna Re Degli Etruschi Cingeva D’ Assedio Roma. L’ Accampamento Degli Etruschi Era Vicino Alle Rive Del Fiume Tevere E Qui Erano Tenute In Ostaggio Le Ragazze Romane.
Fra Gli Ostaggi C’ Era Clelia, Fanciulla Coraggiosa E Bella Che Desiderava La Libertà’ : Per Questo Di Nascosto Eluse I Carcerieri Degli Etruschi E Con La Schiera Delle Fanciulle Fuggi‘ dall’ Accampamento.
Fra I Dardi Dei Nemici Attraverso’ Audacemente A Nuoto Il Fiume E In Seguito Giunse A Roma Dove Consegno’ A Padri E Madri Le Figlie. Ma I Senatori Temevano L’ Ira Del Re Porsenna, Perchè’ Fra I Romani E Gli Etruschi C’ Era Un Alleanza. Infatti Il Re Richiese Tramite Ambasciatori La Fanciulla Clelia; I Romani Rispettarono Il Patto E Subito La Restituirono.
Clelia Ritornò all’ Accampamento Degli Etruschi E Porsenna Colpito Dalla Grande Forza Della Fanciulla La Libero’ E La Rimando A Roma. A Ricordo Dell’ Impresa Di Clelia I Romani Posero Nella Via Sacra Una Statua Della Fanciulla Coraggiosa.
Versione Clelia dal libro SO TRADURRE
INIZIO: Porsena, potentissimus inter Etruscorum reges, Romam cum fortiore quam ingentiore exercitu venerat ut in urbem Tarquinium Superbum et eius filios reduceret. FINE: Praeclare virginis fortitudo tantam regis admirationem movit ut statim puella liberata sit et Romam sine pretio remissa sit.
Il più potente dei re etruschi, Porsenna, era giunto a Roma con un esercito tanto più forte quanto più numeroso per rimettere nella città Tarquinio il superbo ed i suoi figli.
Tanto valide erano le sue forze che i romani dovettero chiedere l'armistizio. Allora il re per concedere la l'armistizio ridusse in ostaggio 12 vergini della città. La più nobile delle prigioniere era Clelia, vergine tanto forte che sembrava meno somigliante ad una donna piuttosto che ad un uomo. Dopo essere fuggita dai guardiani, con un furbo inganno, durante la notte, rubò un cavallo velocissimo e fuggì quanto più velocemente poteva.
Arrivata al Tevere smontò da cavallo e nuotò tra le onde talmente forte da arrivare presto a Roma per chiedere la consegna della fuggiasca. Clelia, allora dimostrò un animo risoluto assolutamente e ritornò nell'accampamento di Porsenna, perché il re non sospendesse l'armistizio.
La magnifica forza della vergine destò tanta ammirazione del re da essere la fanciulla liberata all'istante e restituita ai romani senza pagamento di riscatto
Versione Clelia dal libro maiorum lingua
Porsenna etruscorum rex Romam obsidione cingebat ... Postea Romani in via sacra animosae virginis statuam poserunt.
Porsenna, re degli etruschi, cingeva roma d'assedio. L'accampamento degli etruschi era posto lungo le rive del Tevere e li alcune nobili fanciulle romane erano tenute come ostaggi.
Fra gli ostaggi c'era Clelia, vergine bella e coraggiosa, che desiderava la libertà e incitava continuamente alla fuga le compagne. Per questo una notte con grande coraggio elude le sentinelle e fugge di nascosto con le amiche dell'accampamento degli etruschi, poi scende al fiume e tra le frecce dei nemici attraversa a nuoto per prima il Tevere, audacemente.
Al mattino con le altre fanciulle giunge a roma, dove restituisce le figlie ai genitori e di fronte ai senatori e a tutto il popolo racconta la sua impresa. I senatori lodano il coraggio di Clelia ma rimandano le fanciulle al re Porsenna, poiché tra romani ed etruschi c'era un patto e i romani osservavano sempre i patti.
Clelia ritorna all'accampamento degli etruschi, ma il re, colpito dalla sua audacia, libera la fanciulla e la rimanda a roma. Poi i romani posero la statua della coraggiosa Clelia sulla via sacra.
Versione Clelia dal libro Libenter
Inizio: Porsenna, clarus Etruscorum rex, cum adversus Romanos pugnavit Fine: Namque statua equestris in foro a Romanis posita est virginis in equo insidentis.
Porsenna, famoso re degli Etruschi, quando combatté contro i romani, catturò tra gli ostaggi anche Clelia, nobile vergine, e la condusse nel suo accampamento, non lontano dal fiume Tevere.
A mezzanotte però Clelia ingannò i custodi, evase dall'accampamento insieme ad altre vergini romane e in mezzo ai giavellotti del nemici attraversò il Tevere. Quando Porsenna venne a conoscenza di ciò, arrabbiato inviò degli ambasciatori ai Romani e chiese indietro la vergine: i Romani, in base ad un accordo, restituirono Clelia.
Allora la ragazza fu lodata moltissimo dal re per il suo valore: Porsenna poi la liberò e le concesse di tornare in patria con gli ostaggi che voleva scegliere. Clelia scelse le donne e i bambini la cui età vedeva soprattutto soggetta ad oltraggi.
A causa del valore della ragazza, ci fu un grande onore per Clelia. E infatti fu posta dai romani nel mezzo del foro una statua equestre di una vergine che siede su un cavallo.
Clelia dal libro Versioni latine per il triennio
La fanciulla Clelia, una tra gli ostaggi trovandosi casualmente nell'accampamento degli etruschi non lontano dalla riva del Tevere dopo aver eluso le sentinelle attraversò il Tevere come guida di una schiera di fanciulle in mezzo alle frecce dei nemici e restituì ai loro parenti tutti gli ostaggi sani e salvi.
E appena questo fu noto al re Porsenna in un primo tempo acceso dall'ira mandò a Roma dei portavoce affinché richiedessero Clelia come ostaggio poi voltosi all'ammirazione promise che se l'avessero restituita lui l'avrebbe rimandata a casa dai suoi incolume e rispettata. . Quando questo fatto venne annunciato al re, egli, dapprima, eccitato dalla collera, mandò a Roma degli ambasciatori per richiedere l'ostaggio Clelia: non teneva molto in considerazione le altre.
Poi, mutato il suo atteggiamento in ammirazione, sosteneva che quell'atto di coraggio era al di sopra di quelli dei vari Coclite e Muzio e dichiarava spavaldamente che, come egli avrebbe considerato rotto il trattato se non fosse stato restituito l'ostaggio, così, restituita, l'avrebbe riconsegnata intatta ed inviolata ai suoi. Da entrambe le parti il patto fu rispettato; e i Romani restituirono il pegno della pace secondo il trattato, e la giovane virtuosa, alla presenza del re etrusco non solo fu al sicuro, ma anche onorata, ed egli, dopo aver lodato la fanciulla, le comunicò che le faceva dono di una parte degli ostaggi; che fosse lei stessa a scegliere chi voleva. Condotti tutti davanti a lei, si dice che abbia scelto i bambini, sia per il rispetto della loro innocenza sia perché riteneva probabile il consenso degli stessi ostaggi, considerando indispensabile sottrarre ai nemici prima di tutto quelli la cui giovane età era maggiormente predisposta ad essere violata.
Ristabilita la pace, i Romani premiarono quel valore inusuale in una donna con un genere insolito di omaggio, una statua equestre: in cima alla via Sacra fu collocata la statua di una fanciulla in sella ad un cavallo.
Versione latino Clelia dal libro Versioni latine
La fanciulla Clelia, una tra gli ostaggi trovandosi casualmente nell'accampamento degli etruschi non lontano dalla riva del Tevere dopo aver eluso le sentinelle attraversò il Tevere come guida di una schiera di fanciulle in mezzo alle frecce dei nemici e restituì ai loro parenti tutti gli ostaggi sani e salvi.
E appena questo fu noto al re Porsenna in un primo tempo acceso dall'ira mandò a Roma dei portavoce affinché richiedessero Clelia come ostaggio poi voltosi all'ammirazione promise che se l'avessero restituita lui l'avrebbe rimandata a casa dai suoi incolume e rispettata.
Poi, voltatosi in ammirazione, diceva che quell'azione era al di sopra di quelle dei Coditi e dei Muzi e proclamava che, come avrebbe considerato rotto il trattato se non fosse stato restituito l'ostaggio, così, se fosse stata restituita, l'avrebbe rimandata ai suoi intatta ed inviolata. La parola fu mantenuta da entrambe le parti: i Romani restituirono il pegno della pace secondo il trattato, e presso il re degli Etruschi la virtù non solo fu al sicuro, ma anche onorata, e disse che donava alla fanciulla, dopo averla lodata, una parte degli ostaggi.
Ristabilita la pace, i Romani donarono all'insolita virtù in una donna un nuovo genere di omaggio, una statua equestre: in cima alla via Sacra fu posta una fanciulla che sedeva su un cavallo.
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