Generosità nonchè crudeltà di uno schiavo - VERSIONE di latino
Generosità nonchè crudeltà di uno schiavo
versione latino Valerio massimo e traduzione
Antius Restio proscriptus a triumuiris, cum omnes domesticos circa rapinam et praedam occupatos videret, quam maxime poterat dissimulata fuga se penatibus suis intempesta nocte subduxit....
Anzio Restione, proscritto dai triumviri, vedendo che turri i domestici erano occupati intorno nella rapina e nel bottino quantonpiù poteva, nascosta la fuga, a notte fonda fuggì dalla propria casa. , un servo, da lui punito col carcere (messo in catene)
e marchiato, come massima offesa con una lettera indelebile sul volto, avendo scorto con occhi curiosi la sua uscita furtiva (l’uscita furtiva del quale) e avendo seguito con benevolo interesse le orme lasciate qua e là, gli si mise a fianco, volontario compagno. in questo tanto delicato e duplice dovere certamente aveva costruito un cumulo perfetto di insperata pietà:
mentre qulli la cui posizione nella casa era stata piuttosto felice erano intenti al lucro, nulla più che l’ombra e limmagine dei suoi supplizi giudicò che la più grande ricompensa fosse la salvezza di quello dal quale era stato punito tanto severamente e quando sarebbe stato molto lasciar cadere l’ira aggiunse anche la carità. Né la generosità arrivò fino a questo punto ma usò anche una stupefacente abilità nel salvarlo infatti, come si accorse che sopraggiungevano dei soldati assetati di sangue, allontanato il padrone, costruì un rogo e vi gettò sopra un vecchio mendicante da lui catturato ed ucciso, poi ai soldati che chiedevano dove fosse Anzio indicando con la mano il rogo rispose che lì lo bruciava avendogli inferto crudeli punizioni.
Poiché diceva cose verosimili fu data fede alle parole. Così accadde che Anzio ottenesse una sicura occasione di cercare la salvezza
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