Giasone alla conquista del vello d'oro

lason, vellus aureum eripere coactus, quod in Colchide custodiebatur, servante dracone, in navem Argo appellatam conscendit, convocatis delectis Graeciae viris....

Giasone, costretto a strappare il vello d'oro, dato che era custodito nella Colchide, sotto la tutela di un dragone, salpò sulla nave che fu chiamata Argo, convocati gli uomini prescelti della Grecia.

Tuttavia Eeta, Re della Colchide, promise a Giasone tale vello, che aveva consacrato nel santuario di Marte, in base a tale condizione: doveva unire al giogo infrangibile i tori dai piedi di bronzo, che spiravano fiamme dalle narici, e arare; poi doveva seminare i denti d'elmo del dragone e uccidere la popolazione degli armati sorta dai denti.

Giunone soccorse Giasone, che ormai disperava in merito alla propria salvezza; la dea chiese l'aiuto di Venere, che suscitò l'amore in Medea, figlia di Eeta e esperta di ogni stregoneria. Giasone, dunque, sotto l'impulso di venere fu amato da Medea e grazie alla sua opera fu liberato da ogni pericolo:

uniti i tori, seminati i denti del dragone, uccisi gli armati, assopito il dragone con i veleni, Giasone sottrasse dal santuario il vello e ritornò in patria con Medea.
(By Maria D. )

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