Giunge sempre prematura la morte per coloro che si dedicano a grandi cose (I)
C. Plinius Novio Maximo suo salutem dicit. Nuntiatum mihi C. Fannium decessisse; qui nuntius me gravi dolore confudit, primum quod amavi hominem elegantem disertum, deinde quod iudicio eius uti solebam....
C. Plinio saluta il Novio Massimo suo. Mi è stato annunciato che C.Fannio è deceduto; tale notizia mi sprofonda in un pesante dolore, prima di tutto perché ho amato l'uomo elegante e ordinato, poi perché ero abituato ad usufruire del parere di costui.
Era infatti acuto d'indole, esercitato dalla pratica, molto molto incline alla verità. Mi soffoca al di sopra di tali cose il destino di costui: cedette ad un testamento antico, lasciò andare coloro i quali amava maggiormente, congedò quelli da cui era stato più offeso.
Ma ciò era in qualsiasi modo tollerabile; la cosa più grave fu, il fatto che lasciò l'opera più bella incompiuta. Anche se infatti fu trattenuto dalle motivazioni in corso, tuttavia scriveva l'esito degli uccisori o di quelli banditi da nerone e già aveva condotto a termine tre libri sottili e economi e latini una via di mezzo tra il sermone e la storia. Ma mi sembra acerba e prematura la morte di coloro, che preparano qualcosa d'immortale.
Infatti coloro che vivono dediti ai piaceri per così dire alla giornata, portano ogni giorno a compimento le ragioni del vivere; coloro che in verità pensano ai posteri, e perpetuano la propria memoria con le opere, loro non hanno alcuna morte repentina, tale che questa strappi qualcosa d'intrapreso.
Versione da Plinio il Giovane
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?