I libri sibillini
Quindecemviri libros Sibyllinos Romae custodiebant, et in calamitatibus periculisque eorum oracula consulebant ac in Curia senatoribus responsa renuntiabant....
I quindindicenviri custodivano a Roma i libri sibillini e consultavano i loro oracoli nelle calamità e nei pericoli e addirittura nella curia riferivano i responsi ai senatori.
La Sibilla romana, quando Tarquinio il Superbo regnava (letteralmente presente "regna"), andò a Roma e offrì al re a prezzo eccessivo nove libri con gli oracoli di molte sibille:
fu derisa dal re. Allora gettò i libri nel fuoco e per sei dei rimanenti propose il medesimo prezzo; Fu derisa dal re ancora di più, (ma) a propria volta bruciò tre libri e per i restanti chiese altrettanto.
Il re infine commosso dalla tenacia della donna, pagò il prezzo e conservò i libri nel Tempio Capitolino. Molto dopo il popolo aumentò il numero dei libri fino a dieci e Silla fino a quindici.
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