Dignità dei vinti e generosità dei vincitori

"Eam" inquit "quam merentur qui se libertate dignos censent». Cuius cum feroci responso infestiores factos videret consul eos qui ante...

Disse: "Quella che meritano quelli che credono di essere degni della libertà". Il console vedendo che quelli che combattevano prima la motivazione dei privernati a causa della dura risposta di costui erano divenuti più ostili, per indurre con una gentile interrogazione una risposta più mite disse "dunque se affidiamo a voi la pena, come spereremo che noi tratteremo la pace con voi?". Disse "nel caso in cui avreste dato una positiva sarebbe stata fidata e perpetua; nel caso avreste dato una negativa, sarebbe stata non duratura". Allora in verità qualcuno diceva che un privernate non minacciava ciò ambiguamente e che i popoli pacati a quelle voci furono incitati a ribellarsi;

la parte migliore del senato trascinava (portava per le lunghe) per delle risposte più flessibili e diceva che si era ascoltata la diceria di un uomo nello specifico libero: si poteva forse credere che alcun popolo o un uomo poi sarebbero stati in una tale condizione, di cui lui se ne sarebbe pentito, cioè che sarebbe rimasto più a lungo di quanto sarebbe stato necessario?" Lì dove i volontari fossero stati pacati ci sarebbe stata una pace fidata, in quel luogo dove avessero voluto che ci fosse la schiavitù si sarebbe dovuta sperare la fiducia.
(By Maria D. )

Versione tratta da Livio

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