Le correzioni devono adattarsi alle capacità degli scolari

Ne illud quidem quod admoneamus indignum est, ingenia puerorum nimia interim emendationis severitate deficere; nam et desperant et dolent...

Neppure quello che ammoniamo è indegno, gli ingegni eccessivi dei fanciulli frattanto vengono meno alla severità della correzione; infatti sia disperano sia si dolgono sia per ultimo odiano e, ciò che massimamente nuoce, mentre temono ogni cosa non tentano nulla.

È noto anche ai rozzi, che pensano che sulle tenere fronde non bisogna utilizzare la falce, perché sembrano temere il ferro e che non possono ancora sopportare una cicatrice. Dunque allora il precettore deve essere soprattutto piacevole, come i rimedi, che per altro sono aspri per natura, siano leniti per mezzo della mano morbida: elogiare alcune cose, sopportare altre, mutare anche le cose assegnate perché ciò sia fatto a ragione, illuminare interponendo qualcosa di proprio.

Talvolta sarà utile anche questo, che questo stesso esporrà tutte le materie, che sia il fanciullo imiterà sia frattanto amerà così come le proprie; ma se lui avrà trascurato tanto lo stilo da non recepire la correzione, ho comprovato che questa stessa materia ritrattata di nuovo da me gioverà quante volte dovrei ordinare di scrivere da capo: infatti costui può ancora migliorare; (meglio); fino a che punto i desideri gioiscono per nulla di più della speranza.

Diversamente invece deve essere corretta l'altra età, e in base alla misura delle forze (in relazione alle forze) bisogna esigere e correggere l'opera.
(By Maria D. )

Versione tratta da Quintiliano

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