L'oratore perfetto (Versione Quintiliano)

Oratorem autem instituimus illum perfectum, qui esse nisi vir bonus non potest, ideoque non dicendi modo eximiam in eo facultatem sed omnis animi virtutes exigimus....

Ma definiamo quell'oratore perfetto, che non può essere se non un uomo onesto, e perciò esigiamo che in lui non ci sia soltanto un potere eccezionale dell'arte del dire ma ci siano anche le virtù di ogni animo.

E infatti a tal proposito non dovrei ammettere, che la condotta di una vita retta e onesta, come alcuni ritennero, sia per relegare i filosofi, visto che quell'uomo civile adatto all'amministrazione delle cose sia pubbliche che private, da poter reggere le città con i consigli, fondarle con le leggi, correggere con i giudizi, certamente non potrebbe essere altro (una persona diversa) se non l'oratore.

Per tale ragione, anche se confesso che utilizzerò alcune cose che sono contenute nei libri dei filosofi, potrei in verità e a ragione sostenere fortemente che tali cose appartengono alla nostra opera (sono proprie della nostra opera, impegno) e appartengono propriamente all'arte oratoria. O, se bisogna dissertare molto frequentemente in merito alla giustizia al coraggio alla temperanza e di tutte le altre cose simili, a tal punto che a malapena si riuscisse a trovare alcuna causa in cui alcuna questione non incida su queste, e bisogna spiegare tutte queste cose con l'invenzione e l'elocuzione, sarà messo in dubbio che, in qualunque luogo è richiesta la forza dell'ingegno e l'abbondanza del dire, lì si troveranno le qualità specifiche dell'oratore?
(By Maria D. )

Versione tratta da Quintiliano

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