La monotonia della vita

Est enim, mi Lucili, ut ad alia, sic etiam ad moriendum inconsulta animi inclinatio, quae saepe generosos atque acerrimae indolis viros corripit, saepe ignavos iacentesque: illi contemnunt vitam, hi gravantur....

Infatti, mio Lucilio, come per le altre cose, così anche per morire c'è l'inclinazione inconsulta dell'animo, che spesso afferra gli uomini magnanimi e di indole molto feroce, spesso gli indolenti e che stanno sdraiati: quelli disprezzano la vita, questi ne sono appesantiti.

Questo stesso disgusto di fare e di vedere segue alcuni e non l'odio della vita (per la vita) ma il fastidio, in cui scivoleremo sotto la spinta della stessa filosofia, finché diciamo "fino a che punto questa stessa?

Certo che io mi sveglierò, dormirò, avrò fame, mi sazierò, avrò freddo, avrò caldo. Non c'è la fine di alcuna cosa, ma nel mondo tutte le cose sono connesse, fuggono e seguono; la notte incalza il giorno, il giorno la notte, l'estate cessa in autunno, l'inverno preme sull'autunno, il quale (rif all'inverno) veramente è trattenuto; così passa ogni cosa da far ritorno.

Non faccio nulla di nuovo, non vedo nulla di nuovo: accade talvolta anche la nausea di questa cosa". Molti sono coloro che non giudicano duro (amaro) vivere ma superfluo. Stammi bene.
(By Maria D. )

Versione tratta da Seneca

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