L'uomo fa volontariamente del male ai suoi simili
Rari sunt casus, etiamsi graves, naufragium facere, vehiculo everti: ab homine homini cotidianum periculum....
Sono rari i casi, anche se gravi, di fare un naufragio, di essere sballottato da un veicolo: c'è un quotidiano pericolo dall'uomo all'uomo. Liberati contro questa cosa, osserva ciò con sguardo attento; nessun male è più frequente, più ostinato, più piacevole.
La tempesta minaccia prima che sorga, gli edifici scricchiolano prima che crollino, il fumo preannuncia l'incendio: il danno dell'uomo (derivato dall'uomo) è istantaneo, e tanto più accuratamente è celato quanto più vicino si accosta. Sbagli se credi ai volti di costoro che ti vanno incontro: hanno immagini di uomini, gli animi di fiere, se non per il fatto che il primo accorrere di quelle è dannoso: non attaccarono quelli che passarono.
Infatti non attaccarono mai per nuocere se la necessità non li avesse incitati; sono costrette o dalla fame o dal timore allo scontro: all'uomo piace distruggere l'uomo. Tu tuttavia pensa così che per il fatto che dall'uomo ci sia il pericolo tu reputi ciò che sia il dovere dell'uomo; stai attento all'altrui (all'altro) per non essere leso, per non ledere.
Tu dovresti rallegrarti per le utilità di tutti dovresti essere smosso dai fastidi, e dovresti ricordare di dover garantire, quelle cose che tu debba tutelare (da cui debba essere in guardia, stare attento).
(By Maria D. )
Versione tratta da Seneca
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