Avversione per lo studio

In ipsa tamen pueritia, de qua mihi minus quam de adulescentia metuebatur, non amabam litteras et me in eas urgeri oderam; et urgebar tamen...

Tuttavia nella stessa fanciullezza, che da me era temuta meno rispetto all'adolescenza, non amavo le lettere e odiavo essere spinto in queste; e tuttavia ero spinto e ed era una cosa buona per me (e veniva fatto bene per me), io non facevo bene (non agivo bene); infatti non avrei appreso, se non fossi stato spinto.

Nessuno in verità agisce bene controvoglia, anche se è buono ciò che fa. Né Coloro che mi incalzavano, facevano bene, ma era fatto bene da te a me, mio dio. Quelli infatti non provvedevano che io riportassi ciò che mi costringevano ad apprendere tranne che per saziare i desideri insaziabili dell'abbondante indigenza e della disonorevole gloria.

Tu in verità, a cui sono contati i nostri capelli, utilizzavi l'errore di tutti, coloro che mi incalzavano ad apprendere per la mia utilità, utilizzavi invece l'errore commesso da me che non volevo apprendere, per il mio castigo, di cui non ero indegno di esser punito io un fanciullo così piccolo e tanto peccatore.

Così in merito a quelli che facevano bene tu mi facevi del bene e riguardo a me che sbagliavo mi restituivi allo stesso. hai stabilito infatti e così è, che la sua pena sia per me tutto un animo disordinato.
(By Maria D. )

Ulteriore proposta di traduzione

Eppure, proprio nell'infanzia, di cui si temeva meno per me rispetto all'adolescenza, non amavo le lettere e odiavo essere costretto ad esse; eppure ero costretto e mi faceva bene, ma io non facevo del bene; infatti non avrei imparato, se non fossi stato costretto.

Nessuno però fa del bene controvoglia, anche se ciò che fa è buono. Né coloro che mi costringevano facevano del bene, ma mi faceva bene da parte tua, o mio Dio. Essi infatti non consideravano a quale fine io dovessi rivolgere ciò che mi costringevano ad imparare, se non per saziare le insaziabili cupidità di una copiosa miseria e di una vergognosa gloria.

Tu invece, a cui sono numerati i capelli nostri, ti servivi dell'errore di tutti coloro che mi sollecitavano a studiare ti servivi dell'errore per il mio bene, e del mio (dell'errore commesso da me), che non volevo studiare, ti servivi come punizione, della quale non ero indegno, piccolo fanciullo e grande peccatore.

Così, non da coloro che facevano del bene tu facevi del bene a me, e a me stesso peccatore ripagavi. Hai hai stabilito infatti e così è, che ogni anima disordinata abbia in sé la propria punizione.
(By Starinthesky)

Versione tratta da Sant'Agostino

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