Le sedi della memoria
Transibo ergo et istam naturae meae, gradibus ascendens ad eum, qui fecit me, et venio in campos et lata praetoria memoriae, ubi sunt thesauri innumerabilium imaginum de cuiuscemodi rebus sensis invectarum....
E dunque passerò oltre questa della mia indole, salendo per gradi fino a colui, che mi ha creato, e giungo nei campi e nella spaziosa pretoria della memoria, dove vi sono i tesori delle innumerevoli immagini in merito alle cose di ogni genere ai sentimenti delle cose trasportate dai sensi.
Lì c'è un nascondiglio, qualunque cosa ancora pensiamo, o aumentando o diminuendo o in qualunque modo variando quelle cose che abbia toccato il sentimento, e se qualcos'altro è stato raccomandato e riposto, ciò non è stato ancora assorbito e seppellito nell'oblio.
Quando sono lì, domando, che mi sia offerto qualsiasi cosa desidero, e subito alcune cose avanzano, alcune sono richieste più a lungo e sono tratte fuori da alcuni rifugi più appartati, alcune si scagliano a torme e, mentre un'altra viene richiesta e cercata, saltano giù al centro per così dire le cose che dicono:
non siamo forse noi? E e allontano con quella mano del cuore dall'immagine del mio ricordo, finché si rischiara ciò che desidero e fa ritorno al mio cospetto dai luoghi nascosti.
(By Maria D. )
Versione tratta da Sant'Agostino
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