Le acque dei fiumi (Seneca, Naturales Quaestiones 3,4)
Primum ergo quaeramus quomodo ad continuandos fluminum cursus terra sufficiat, unde tantum aquarum exeat....
Dunque dovremmo indagare prima di tutto come la terra supplisca per continuare i corsi dei fiumi, donde esca il tanto che basti delle acque.
Ci meravigliamo, del fatto che i mari non avvertano l'avvicinamento dei fiumi; bisogna meravigliarsi ugualmente, del fatto che la terra non avverte il detrimento dei fiumi che escono. Cos'è, perché da un lato non dovrebbe riempirla così, da poter offrire ciò che basta di un nascondiglio, dall'altro subito dopo la riempie così? Qualsiasi motivazione avremmo potuto addurre in merito al fiume, questa stessa sarà (propria) dei ruscelli e delle fonti.
Alcuni ritengono che la terra riceva indietro (di rimando) qualunque cosa delle acque ha emesso e che per questo i mari non crescono, perché non rivoltano verso di loro ciò che scorre ma lo restituiscono continuamente. Altri pensano che, qualunque cosa la terra raccoglie dalle piogge, quella la rimanda nuovamente e pongono questo come tesi dell'argomento, il fatto che in quei luoghi, in cui è rara la pioggia, vi sono pochissimi fiumi.
Perciò affermano che i deserti dell'Etiopia sono aridi e durante il tragitto in Africa si trovano poche fonti, perché il clima sarebbe caldo e quasi sempre estivo; pertanto vi sono squallide distese di sabbia sparse senza vegetazione, senza coltivazione a causa delle rare piogge, che (queste distese di sabbia aride) assorbono subito.
(By Maria D. )
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