Il padrone ha cento occhi
Cervus, ut venatorum instantem necem effugeret, caeco timore proximam villam petiit, et opportuno bovili se condidit....
Un cervo, per evitare la morte istantanea dei cacciatori, si diresse con cieco timore verso la villa più vicina, e si nascose nell'opportuna stalla.
I buoi chiesero al cervo che si era nascosto cosa mai stesse facendo e perché andasse incontro alla morte, entrando in casa degli uomini. Ma quello disse supplichevole: "Voi ora risparmiatemi: non appena mi sarà data l'occasione, uscirò fuori di nuovo. Ho intenzione di rimanere qui il tempo di una sola notte". Verso sera il bovaro portò il fogliame, ma non vide il cervo.
Subito dopo tutti i campagnoli andarono e ritornarono, ma non videro il cervo: passò anche il fattore, nemmeno quello percepì la presenza del cervo. Allora il cervo gioendo incominciò a ringraziare i buoi tranquilli, perché gli avevano prestato ospitalità in un momento difficile. Uno rispose: "Desideriamo che tu sia salvo, ma non sappiamo cosa tu abbia intenzione di fare se colui che ha cento occhi potrebbe giungere." Fatta la cena, lo stesso padrone giunse in villa e accedette alla stalla: "Perchè la fronde è poca? Mancano i pagliai.
Quanto c'è di lavoro nel sollevare queste ragnatele?" Mentre scrutava ogni singola cosa, osservò anche le alte corna del cervo. Convocata la famiglia, ordinò di ucciderlo. Questa favola dimostra quanto di più il padrone veda nelle proprie cose.
(By Maria D. )
Versione tratta da Fedro
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