La degenerazione di Roma
Antiquis temporibus apud Romanos domi militiaeque boni mores colebantur; concordia laudabatur, avaritia nulla erat. Iurgia, discordias, simultates cum hostibus exercebant, cives cum civibus de virtute certabant.
In suppliciis deorum magnifici, in amicos fideles erant; seque et rem publicam duabus artibus curabant: audacia in bello, aequitate in pace. Sed profecto fortuna in omni re dominatur: ubi labore atque iustitia res publica crevit, reges magni bello domiti sunt, nationes ferae et populi ingentes vi subacti sunt, saevire fortuna coepit et Romanorum mores res secundae perdiderunt.
Civibus, qui labores, pericula, dubias atque asperas res facile toleraverant, otium divitiaeque oneri miseriaeque fuere.
Igitur primo pecuniae, deinde imperii cupido crevit: ea quasi materies omnium malorum fuere. Namque avaritia fidem, probitatem ceterasque artes bonas subvertit; pro his superbiam, crudelatem et barbariem edocuit.
Nei tempi antichi presso i Romani in pace e in guerra erano coltivati i buoni costumi, era elogiata la concordia non c'era nessun desiderio smodato.
Manifestavano i diverbi, le discordie quando si scontravano con i nemici, i cittadini gareggiavano con i cittadini per il valore. Erano solenni nelle suppliche degli dèi, fedeli verso gli amici; si prendevano cura di se stessi e dello stato con due capacità: l'audacia in guerra, l'equità in pace. Ma certamente la sorte ha il controllo in ogni vicenda: quando lo stato crebbe con la fatica e con la giustizia, i re furono sottomessi con una grande guerra, nazioni selvagge e potenti popoli furono assoggettati con la forza, la sorte incominciò ad infierire e i costumi romani persero prosperità (res secundae).
Per i cittadini che avevano sopportato facilmente fatiche, pericoli, incertezze e situazioni avverse ci furono (fuere perf 3a pl) ozio e ricchezze (puoi tradurre anche con il dativo di possesso: i cittadini ebbero ozio e ricchezze...) tributi e miserie.
Dunque in un primo tempo crebbe la bramosia di denaro in seguito [la bramosia] di potere: quelle cose (ea) furono come l'origine di tutti i mali. Infatti l'avidità annientò la fede, l'onestà e tutti gli altri buoni talenti; al posto di queste fu maestra (lett insegnò) la superbia, la crudeltà, e la barbarie.
(By Vogue)
Versione tratta da Sallustio
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