La morte di Ettore

Ob vehementem iram Achilles in proelium non procedebat et cithara in tabernaculo se exercebat....

Achille, a causa della (sua) violenta collera, non andava al combattimento e si esercitava nella tenda con la cetra.

Poiché i Troiani e Ettore, loro comandante, figlio del re Priamo, respingevano i Greci, Patroclo biasimò, anche se inutilmente,  il caparbio Achille. Egli infatti non desistette dal suo proposito, tuttavia consegnò le sue armi divine al fedele amico, con le quali mise in fuga i Troiani, che ritenevano che lui fosse Achille.

Dopo Ettore, con un combattimento singolare, uccise Patroclo e lo spogliò delle armi. Quando Achille venne a conoscenza di ciò, si distrusse dall'ira e dal dolore. Allora Teti ottenne delle armi da Vulcano che le Nereidi trasportarono per mare. Con quelle armi e con l'aiuto di Minerva, Achille uccise Ettore e trascinò i suo corpo legato al suo carro, intorno alle mura troiane. 

Il poeta Omero narra che Priamo, padre di Ettore e re di Troia, andò nell'accampamento dei Greci e che riscattò il corpo del figlio con ingente oro,  e che (gli) fece i dovuti funerali con solennità.

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