La triste storia di Polidoro (I)
Sacra diis parabam et in ora validum taurum mactabam. Forte iuxta in stimino tumulo virgulto crescebant....
Preparavo i riti sacri per le divinità e sacrificavo sulle coste un forte toro. crescevano per caso accanto ad un'elevata altura dei virgulti.
Mi accostai e tentai di strappare i rami, ma vidi un orrendo prodigio. Dal ramo infatti cadevano delle gocce di sangue e macchiavano la terra. Un brivido freddo scuoteva le mie membra.
Tentai di strappare di nuovo un altro ramo flessibile, ma emanò subito altro sangue dal ramo e udii dalla parte bassa del tumulo un angoscioso lamento ed una voce mesta disse: "perché Enea, laceri me miserrimo? Io sono tuo parente, anche Troia mi ha risparmiato. ohimè, evita le terre crudeli, l'avara costa;
io sono Polidoro, sono stato ucciso qui con le frecce e le frecce si sono trasformate in virgulti". Allora fui oppresso dalla paura, rimasi stupito, si drizzarono le chiome e la voce rimase attaccata alla gola.
(By Maria D. )
Versione tratta da Virgilio (1 sec. a. C), Aeneis
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