Mal comune, mezzo gaudio (Versione latino)

Vulpes improvida, quia insidias venatorum non vitaverat, in tenaci laqueo caudam suam amiserat....

Una volpe imprevidente, dato che non aveva evitato l'insidia dei cacciatori, aveva perso la propria coda in una salda trappola.

Avendo visto la sua deformità, era tormentata dall'energico pudore e considerava la propria vita tanto intollerabile che tentò di rendere tutte le altre volpi simili alla sua deformità per poter occultare il proprio difetto con il male comune. E così riunì le proprie compagne e nella affollata assemblea consigliò con intenzione fallace di tagliare le loro code - dice "le nostre code sono non solo turpi e disonorevoli, ma impongono un fardello inutile e eccessivamente pesante alle nostre forze.

Dobbiamo tagliare con una risoluta decisione le nostre code dai nostri corpi per non essere oppresse da un peso insopportabile". Mentre tutte le altre volpi ascoltavano attentamente le parole fallaci, una piccola giovane volpe di mente sagace capì l'inganno e rispose così:

"Amica, il consiglio è utile al tuo corpo turpe, non ai nostri: perché le nostre code non sono deformi o brutte, il fardello non è pesante, e né tu, se avessi la coda, avresti detto tali parole". La favoletta ammonisce a non credere alle parole degli uomini fallaci.
(By Maria D. )

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