Marco Bruto e Porcia

Tui quoque clarissimi excessus, Cato, Utica monumentum est,

Utica, Catone, è anche il ricordo della tua famosissima partenza, nella quale dalle tue fortissime ferite emanò più di gloria che di sangue:

incombendo molto costantemente sulla spada hai dato una grande prova agli uomini, su quanto la dignità senza vita debba essere preferita dagli onesti rispetto alla vita senza dignità. La figlia di costui non fu per nulla d’animo femminile. Questa, avendo saputo in quella notte la decisione di suo marito Bruto, che aveva preso in merito all’uccidere Cesare, Bruto uscendo dalla camera da letto, chiese un rasoio per così dire per tagliarsi le unghie e si ferì con questo, come se gli fosse scivolato accidentalmente.

Richiamato dal clamore delle ancelle nella camera, Bruto iniziò a rimproverarla, perché si era appropriata del dovere del tosatore. Congedate le serve, Porcia gli disse: “Questo avvenimento non è accidentale.

Ho voluto sperimentare questo: se il proposito ti allontanasse un po’ dall’intenzione, con quanta serenità io sia stata sul punto di morire?” Bruto, avendo udito tali parole, si tramanda che alzò le mani e gli occhi al cielo, avendo ricevuto una certissima prova dell’amore della moglie nei suoi confronti. 
(By Maria D.)

Versione tratta da Valerio Massimo

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