Matrone avvelenatrici
Cum primores civitatis similibus morbis et eodem ferme omnes eventu morerentur, ancilla quaedam ad Fabium Maximum, aedilem curulem, se...
I più ragguardevoli della città morendo di malattie simili e all'incirca con lo stesso esito, un'ancella confessò a Fabio Massimo, edile curule, che avrebbe indicato la motivazione dell'epidemia pubblica, se le fosse stata attribuita fiducia che la rivelazione non sarebbe stata di danno.
Fabio riferì in fretta la cosa ai consoli, i consoli al senato, e con l'accordo generale fu attribuita fiducia all'ancella rivelatrice.
Allora fu rivelato che la città era stata oppressa da un maleficio femminile e che le matrone cuocevano i veleni e, se volessero seguirla immediatamente, potevano essere colte sul fatto. Seguendo la rivelatrice, trovarono alcune matrone che cuocevano dei medicamenti. Condotte queste nel foro, due di queste, Cornelia e Sergia, dichiarando fermamente che tali medicamenti erano salutari, ordinate dalla rivelatrice di berli, bevuto interamente il medicamento, queste stesse si distrussero con il loro stesso inganno.
Catturate in fretta le loro compagne indicarono un gran numero di matrone, di cui ne furono condannate all'incirca settecento.
(By Maria D. )
Altre versioni con questo titolo:
Le matrone avvelenatrici (testo diverso)
Matrone avvelenatrici (testo diverso)
Versione tratta da Livio
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