Muzio Scevola (I)
Porsenna, Etruscorum rex, cum magno exercitu Romam obsidione clausit. Non hostium metus, sed victus inopia Romanos vexabat: hostes, enim, omnes aditus obstruebant et Romanos commeatu prohibebant....
Porsenna, Re degli Etruschi, cinse d'assedio Roma con un grande esercito. Vessava i Romani non il timore dei nemici, ma la mancanza di viveri: i nemici, infatti, avevano chiuso tutti gli accessi e proibivano ai Romani l'andare e il venire.
Allora Gaio Mucio, un nobile giovane, con l'accordo del senato decise di penetrare nell'accampamento dei nemici.
Appena vi giunse, si fermò nella grande adunanza vicino al tribunale regale. Lì si dava per caso lo stipendio ai soldati e perciò lo scriba sedeva con il re, quasi con lo stesso ornamento. Mucio, ignorando il re, per l'errore del vestito e dell'ornamento, sgozzò lo scriba al posto del re. Le guardie regali con il grande accorrere dei nemici catturarono Mucio e lo lasciarono dinanzi al tribunale del re. Il giovane disse: "Sono un romano, mi chiamo Gaio Mucio.
Desideravo uccidere Porsenna, nemico di Roma, ma ho sbagliato; in verità altri Romani lo uccideranno".
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio
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