Otium cum dignitate
Cogitanti mihi saepe numero et memoria vetera repetenti perbeati fuisse, Quinte frater, illi videri solent, qui in optima re publica, cum...
Quando penso (lett: a me che penso), fratello Quinto, e spesso richiamo alla memoria le cose antiche, sono soliti apparirmi molto fortunati quelli, che in un ottimo Stato, poiché si distinsero per gli onori e la gloria delle imprese militari, potettero mantenersi nella direzione giusta della vita tale che poterono dedicarsi ai loro affari senza pericolo o al riposo con dignità. E ci fu un tempo in cui pensavo che anche a me sarebbe stato per così dire dovuto e concesso da tutti un inizio di riposo e il volgere l'animo verso studi illustri cari ad entrambi, se fossero cessate l'interminabile fatica degli affari forensi e la preoccupazione per le beghe elettorali, percorsa la carriera delle pubbliche cariche e anche per il declino dell'età una volta che giunto al declinare dell'età, fosse venuta meno la fatica del foro
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