Relazione su una seduta del senato
Epistulam, quam legisti, mane dederam; sed fecit humaniter amicus noster Licinius, quod ad me, misso senatu, vesperi venit, ut, si quid esset actum, ad te, si mihi videretur, perscriberem....
Avevo spedito al mattino la lettera, che tu hai letto; ma il nostro amico Licinio ha fatto umanamente in modo che, visto che, congedata la seduta del senato, giunse presso di me la sera, se fosse avvenuto qualcosa, se mi sembrasse opportuno, te l'avrei scritto con precisione.
La seduta del senato è stata molto affollata, rispetto a quanto avevamo reputato che sarebbe potuta essere nel mese di dicembre sotto i giorni festivi. Siamo stati a ragione molto numerosi: del tutto intorno ai duecento.
Sono state esposte varie cose: vi sono stati alcuni aculei contro Cesare, delle istanze con Pompeo assente. Poi sono stato interrogato per primo sul parere: ho pronunciato molte parole in merito a tutto il furore e al latrocinio di Publio Clodio; l'ho accusato così come responsabile. Il vecchio Antistio Ha colmato di lodi a sufficienza con molte parole la mia orazione, non per Ercole senza eloquenza. Hai le azioni di un solo giorno: le restanti, come credo, sono rimandate nel mese di gennaio.
Abbiamo tra i tribuni per la plebe di gran lunga l'ottimo Racilio; sembra che anche Antistio ci sarà amico; infatti Plancio è tutto nostro. Fa, se mi ami, in modo tale da navigare prudentemente e diligentemente durante il mese di dicembre.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone
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