Resistenza degli abitanti di Casilino - Il cibo arriva dal fiume
Mitescente iam hieme, Hannibal Casilinum reiĭit, ubi obsidio continuata oppidanos ad extremam inopiam adduxerat....
Quando l'inverno già si faceva più mite, Annibale giunse a Casilino, dove l'assedio protratto aveva ridotto i cittadini al punto estremo della povertà.
il fiume Volturno, gonfio d'acqua, teneva lontano dalla città Marcello desideroso di portare aiuto agli assediati; ma Gracco, che con la cavalleria Romana era acquartierato a Casilino, riunito da ogni parte il farro dei campi, riempì parecchie botti, poi inviò un messaggero a Casilino per avvertire il magistrato, di estrarre le botti che il fiume avrebbe trasportato. La notte successiva le botti buttate al centro del fiume defluirono. Il frumento fu diviso equamente fra tutti: ciò fu fatto anche l'indomani e nel terzo giorno.
Svelata la cosa, Annibale, gettata una catena per il centro del fiume, intercettò le botti. allora gli alberi di noce, che non avevano potuto essere trattenuti dalla catena, furono sparsi da Gracco nel fiume; e questi, defluendo l'acqua venivano trasportati verso Casilino e sostenuti dai graticci. Con questo passaggio per qualche tempo il bisogno necessario degli alleati fu risollevato. Alla fine si giunse alla penuria a tal punto che gli abitanti di Casilino mangiarono i tralci e le pelli strappate con gli scudi, che ammorbidivano con la fervida acqua, e non trattennero le mani da tutti gli animali.
Alla fine estrassero anche dalle mura ogni genere di radici e di erbe; ed i nemici avendo bruciato il luogo, gli abitanti di Casilino gettarono il seme delle rape. Allora Annibale preso di nuovo d'ammirazione non ripudiò le eque condizioni della resa. (by Maria D.)
Qui la regola sull'Ablativo Assoluto - Spiegazione video
Versione tratta da Lhomond
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