Riflessioni sulla morte
Quid habet vita commodi? Quid non potius laboris? Sed habeat sane, habet certe tamen aut satietatem aut modum....
Cos'ha la vita di vantaggio? Perché non c'è di meglio della fatica? Ma ammettiamo che arrechi qualche vantaggio, possiede tuttavia sicuramente o la sazietà o la misura.
Non mi piace infatti deplorare la vita, cosa che molti, anche questi dotti, spesso lo fecero, e non mi pento di aver vissuto, perché ho vissuto così, da non pensare di essere nato invano, mi allontano dalla vita così come da un ostello, non come da una casa. Infatti la natura ci ha dato un albergo per dimorare, non per abitare.
O chiarissimo giorno, quando partirò per quel concilio e sinodo divino di anime e quando mi allontanerò da questa folla e massa! Partirò infatti non solo verso questi uomini, di cui prima ho parlato, ma anche verso il mio Catone, di cui non è nato nessun'uomo migliore, nessuno più prestante per pietà; il corpo di costui è stato cremato da me, cosa che invece si addiceva da quello il mio, l'animo in verità, non abbandonandomi ma volgendosi indietro, effettivamente mi si allontanò verso quei luoghi, in cui distingueva che io stesso sarei dovuto giungere.
Mi sembrò di sopportare fortemente questo mio destino, perché questo stesso mi consolava, pensando che non ci sarebbe stato una lunga digressione ed allontanamento tra noi.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone, Cato Maior de senectute
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