Rimanere sereni anche nella povertà
Magnus est ille qui in divitiis pauper est. Ceterum magnae indolis est ad paupertatem non properare tamquam ad meliorem condicionem, sed praeparari tamquam ad faciliorem....
Grande è colui che è povero nelle ricchezze. È certo di un carattere saldo non affrettarsi verso la povertà, come verso una condizione migliore, ma prepararsi per così dire ad una condizione più semplice.
Ed è, Lucilio, più facile; in verità nel momento in cui tu ti avvicini molto dopo averla meditata prima, risulta anche piacevole. Dunque giudico necessario ciò che ti ho scritto che spesso hanno fatto i grandi uomini: interporre alcuni giorni, per esercitarci con una povertà immaginaria per quella vera; bisogna fare tanto più ciò perché ci siamo immersi nella delizia e giudichiamo tutte le cose dure e difficili.
Piuttosto bisogna svegliarsi dal sonno e punzecchiare (a parole) e ammonire che la natura ci ha assegnato un minimo (pochissimo).
Nessuno nasce ricco; viene ordinato a chiunque nasce di essere soddisfatto del latte e di un panno (pezzo di stoffa): da questi esordi (a partire da questi esordi) non ci allettano i regni. Stammi bene
(by Maria D.)
Versione tratta da Seneca
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