Ritratto del poeta Tibullo

Tibullus poeta negotia, forum, militias, bellum non amabat. Romae autem invidia, curae, incolarum advenarumque frequentia poetae fastidium parabant....

Il poeta Tibullo non amava gli affari, il foro, le milizie, la guerra. Ma l'invidia di Roma, le preoccupazioni, la frequenza degli abitanti e degli stranieri procuravano fastidio al poeta.

Tibullo trascorreva spesso la vita in un piccolo campo avuto in eredità; lì il poeta veniva ricreato dall'aria fresca, lo dilettavano le parche mense, i giochi dei fanciulli e l'ozio. Talvolta coltivava i campi con gli agricoltori, ma se le Muse commuovevano l'animo di Tibullo, celebrava con poesie la vita rustica.

Tibullo cantava: "I contadini celebreranno Flora e Pomona, immoleranno agli dèi e alle dee gli agnelli e i vitelli.

Dalle donne e dalle fanciulle le statue di legno saranno ornate di corone, dagli uomini saranno ultimate le pratiche sacre, i giovinetti canteranno".
(By Maria D.)

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