Roma abbellita da Augusto - Versione di latino dal libro Lectio brevior
dal libro Lectio Brevior, pagina 308 n° 257.
Inizio: Capitolium et Pompei theatrum, utrumque opus grandis impensae Fine: patriae idque inscribendum in vestibulo aedium mearum censuit.
Ho restaurato senza alcuna iscrizione del mio nome il Campidoglio e il teatro Pompeo, entrambi opere di elevate spese.
Ho restaurato i canali delle acque che cedono per la vecchiezza in parecchi luoghi e ho duplicato l'acquedotto, che è chiamato Marcia, essendo stata introdotta una nuova fonte nel suo canale. Ho restaurato il foro di giulio cesare e la basilica, che fu tra il tempio di castore e il tempio di saturno, opera intrapresa da mio padre, e iniziai, sotto l'appellativo del nome dei miei figli, una volta ampliato il suo suolo, la stessa basilica distrutta dall'incendio e, se vivo non la conducessi a termine, ho invitato i miei eredi a restaurarla.
Ho ricostruito 82 templi degli dei nella città per volontà del senato, non tralasciata nessuna cosa che in quel tempo si doveva ricostruire. Console per la settima volta ho ricostruito la via flaminia a partire dalla città di rimini e tutti i ponti eccetto milvio e minucio. Per queste cose a vantaggio dei miei servigi per deliberazione del senato sono stato chiamato augusto e gli stessi stipiti della mia casa sono stati ornati con corone d'alloro e una corona civica è stata appesa sopra la mia porta.
Per la terza volta quando esercitavo il decimo consolato, il senato e la classe equestre e tutto il popolo romano mi chiamava padre della patria e decretò ciò scrivendolo all'ingresso dei miei templi.
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