Scipione Nasica è indegno dei suoi antenati

Quisnam igitur, per deos immortalis, tuebitur memoriam P. Scipionis mortui, quis monumenta atque indicia virtutis, si tu ea relinques aut...

Chi mai dunque, per gli dèi immortali, tutelerà la memoria di Scipione morto, chi i ricordi e gli indizi di virtù, se tu lascerai o abbandonerai questi, non solo sopporterai che quelli siano spogliati, ma difenderai anche il saccheggiatore e il vessatore di questi?

Sono presenti i Segestani, i tuoi clienti, gli alleati e gli amici del popolo romano; ti informano che P. l'africano, distrutta Cartagine, ha restituito il simulacro di Diana ai suoi antenati e che questo è stato posto e inaugurato presso i Segestani con il nome dello stesso Africano; raccontano che Verre si preoccupò che questo dovesse essere demolito e portato via e che il nome di P. Scipione dovesse essere cancellato e tolto completamente; ti chiedono e ti scongiurano che tu gli restituisca la religiosità, la lode e la gloria alla tua famiglia.

Poi che quest'insigne nobiltà smetta di lamentarsi che il popolo romano affidi volentieri gli onori ai nuovi uomini zelanti e che ha sempre ha affidato. Non bisogna lagnarsi che la virtù può moltissimo in questa città, che per la virtù comanda su tutti i popoli.

Che sia presso altri l'immagine di P. l'Africano, si adornino altri della virtù e del nome di lui morto; quell'uomo fu tale, da essere degno del popolo romano a tal punto che non la sola famiglia ma tutta quanta la cittadinanza debba raccomandarlo.
(By Maria D.)

Versione tratta da Cicerone

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