Stranezze di Caracalla

His gestis Galliam petit atque, ut primum in eam venit, Narbonensem proconsulem occidit....

Dopo queste gesta si diresse in Gallia e, non appena vi giunse, uccise il Proconsole Narbonese.

Poi sconvolti tutti quanti, che compivano le cose in Gallia, si guadagnò un odio tirannico, anche se talvolta si fingeva anche benevolo, essendo d'indole truce. E avendo fatto molte cose contro gli uomini e i diritti delle città, implicato in una malattia era gravemente affaticato. Fu crudele verso coloro che lo curavano. Poi preparando la partenza per l'oriente omesso il percorso risiedette nella Dacia. Presso Retia uccise non pochi barbari ed esortò e donò i suoi soldati come se fossero soldati di Silla.

Vietò che fosse chiamato a ragione con i nomi delle divinità, cosa che Commodo aveva fatto, dato che lo chiamavano Ercole, perché aveva ucciso un leone ed altre fiere. Furono condannati in quel periodo coloro che fecero urina in quel luogo, in cui c'erano le statue e le immagini del principe, e coloro che strapparono le corone dalle sue immagini. Compì un percorso con il prefetto attraverso i Traci; da lì trasferendosi in Asia, si aggiunse il pericolo del naufragio dato che l'antenna si era spezzata, così che dovette discendere nello scafo con i protettori.

Da lì nel triremi ricevuta una flotta dal prefetto evase. Catturò frequentemente i cinghiali, resistette anche contro il leone. Talvolta nelle lettere inviate agli amici si vantava e si gloriava di essersi accostato alla virtù di Ercole.
(By Maria D.)

Versione tratta da Historia Augusta

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