Un agricoltore inesperto e avventato
Homo Tracus, ruris colendi insolens, cum in terras cultiores, humanioris vitae cupidine commigrasset, fundum mercatus est oleis atque vitibus consitum....
Un uomo Tracio, non avvezzo a lavorare il podere, quando si trasferì in terre più coltivabili con la voglia di una vita più umana, acquistò un podere e lo seminò con olivi e viti.
Quello, non sapendo niente a proposito della coltivazione della vite e dell'albero (di ulivo), vede per caso un vicino che tagliava i rovi apparsi in lungo e in largo, che puliva i frassini al vertice più alto, che strappava i germogli delle viti e dalle radici dei tronchi sopra la terra sparpagliata, che riduceva i germogli sugli alberi da frutto, che tagliava i ramoscelli alti e dritti sugli olivi, gli andò vicino e gli chiese perché facesse tanta strage di legna e di fronde.
E il vicino rispose così: "Perché il campo risulti pulito e puro, e i suoi alberi e le sue viti (risultino) più produttivi". Egli si allontanò dal vicino ringraziando e lieto come se impadronito della scienza della coltivazione.
Poi prende la falce e la scure dopo di che l' uomo infelicemente inesperto recide tutte le sue viti e gli olivi e e recide i rami degli alberi rigogliosissimi e assai ombrosi e i tralci delle viti, sradica i frutteti che danno frutti insieme ai rovi e ai mori per purificare il campo
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