Un ricco romano nell'Atene del I secolo a.c.
Athenis sic se gerebat ut, communis infirmis, par principibus videretur. Quo factum est ut huic omnes honores, quos possent, publice...
Ad Atene si comportava in modo tale da apparire affabile ai deboli e pari ai notabili. Per questo fatto accadde che a lui gli Ateniesi concedessero tutti gli onori che potevano e desiderassero farlo cittadino pubblicamente;
egli non fu favorevole a questo beneficio perché alcuni uomini (lo) interpretano così: si perde la cittadinanza romana, quando se ne riceve un'altra (asciscor). Per tutto il tempo che si trovò/rimase (ad Atene), si oppose, affinché (ne + congiuntivo finale negativa) non venisse posta/dedicata una statua a lui; quando fu assente non poté proibirlo.
E così questi stessi posero nei luoghi più sacri le statue; consideravano infatti costui promotore e fondatore in ogni affare dello stato. Quindi quella cosa fu un dono della sorte, poiché (quod + congiuntivo = causale) nacque in quella città, nella quale ci fu la sede del dominio delle terre del mondo, così da avere/considerare quella stessa come patria e dono;
ciò fu esempio della saggezza, poiché essendosi recato in quella città, che superava tutte per antichità, civiltà e erudizione, egli fu per quella (città) l'unico più amato.
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