Una lettera di rimprovero
Quid mihi iucundius quam, cum coram tecum loqui non possim, aut scribere ad teaut tuas legere litteras?...
Cosa potrebbe essere più piacevole per me, dato che non posso parlare con te in presenza, di scrivere a te o leggere le lettere? Questa cosa suole essere più fastidiosa per me, di essere ostacolato da tante occupazioni che non mi sia data la possibilità di scriverti secondo il mio arbitrio.
Infatti non dovrei provocarti con le lettere, ma con i volumi: in effetti occorreva che grazie ad esse io fossi provocato da te. Anche se infatti tu fossi occupato, tuttavia hai più dell'ozio.
O, se neppure tu sia sgombro, non essere impudente non mostrarmi la molestia e non chiedermi le mie lettere copiose, mandandomele tu raramente.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone
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