Una riflessione sull'amicizia
Est enim amicitia nihil aliud nisiomnium divinarum humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consensio....
L'amicizia non è nient'altro se non l'accordo di tutte le cose divine e umane con la benevolenza e la carità.
Alcuni preferiscono la ricchezza, altri una buona salute, altri la potenza, altri gli onori, molti anche i piaceri. Coloro che hanno gettato tutti i loro pensieri in cose tanto basse non possono infatti guardare nulla di divino, nulla di magnifico e di eccelso. Questa legge dunque, unita con l'amicizia, si pone in modo tale che noi pur se richiesti non richiediamo e facciamo cose turpi, da richiedere agli amici cose oneste, fare per gli amici cose oneste; non dobbiamo attendere in verità, mentre siamo richiesti, ma dobbiamo osare in verità dare liberamente un consiglio.
In verità il fondamento della stabilità e di questa costanza, che cerchiamo nell'amicizia, è la fiducia; non c'è infatti nulla di stabile che sia infedele. Così è veramente quello, che ho detto fin dall'inizio, che non c'è amicizia se non tra gli onesti. Ma la maggior parte non vede niente di buono nelle cose umane, se non ciò che sia fruttuoso, e scelgono gli amici come quegli animali da cui sperano che potrebbero prendere il massimo profitto.
Così sono privi di quella bella e di una certa naturale amicizia. La virtù concilia e salvaguardia le amicizie. La stabilità e la costanza sono in essa; quando questa mostra il proprio lume e e osserva e riconosce la stessa cosa nell'altro, si indirizza verso ciò e accoglie quel che c'è nell'altro; da ciò divampa sia l'amore che l'amicizia.
(By Maria D. )
Versione tratta da da Cicerone
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