Verre, uomo dissoluto e dedito al lusso
Verres, cum ver esse coeperat cuius initium iste non a Favonio neque ab astris notabat, sed cum rosam viderat,
Verre, quando incominciava ad esserci la primavera (all’inizio della primavera) il cui inizio costui non riconosceva né dal Favonio né dagli astri, ma quando vedeva la rosa, allora riteneva che era iniziata la primavera si dava al lavoro e ai viaggi.
Si offriva paziente e attivo a tali cose a tal punto, che nessuno lo vide mai che era seduto in sella al cavallo. Infatti, com’ebbero l’usanza i re della Bitinia, era trasportato su una lettiga portata da otto persone, su cui c’era uno splendido cuscino, riempito di rosa.
Questo stesso in verità aveva una corona sul capo, un’altra sul collo e si portava alle narici una reticella di finissimo lino, dalle maglie fitte, piena di rosa. Così terminato il percorso, quando era giunto presso qualche città, veniva portato su questa stessa lettiga fino alla camera da letto.
Là giungevano i magistrati siculi, giungevano i cavalieri romani, come avete udito da molti giurati. venivano sottoposte a giudizio segretamente le controversie, poco dopo si rivelavano palesemente le decisioni.
(By Maria D.)
Versione tratta da Livio
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