Contro Filone in occasione della Docimasia 10, 11, 12
ὅσοι μὲν τοίνυν διὰ συμφορὰς ἰδίας οὐ μετέσχον τῶν τότε γενομένων τῇ πόλει κινδύνων, συγγνώμης τινὸς ἄξιοί εἰσι τυχεῖν: οὐδενὶ γὰρ οὐδὲν...
Quanti dunque non prendevano parte a causa delle proprie sventure di quei pericoli che accadevano allora alla città, meritano di ottenere perdono per qualcosa? A nessuno infatti di propria volontà accade nessuna sventura? Quanti realizzarono questo proposito, non meritano alcun perdono? ...(continua)
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