Il tentato rapimento del giovanetto - Lisia Contro Simone 10 - 11 - 12 - 13
Il tentato rapimento del giovanetto VERSIONE DI GRECO di Lisia TRADUZIONE dal libro ORAZIONE CONTRO SIMONE Paragrafi 10 11 12 e 13 10.
Οϋτω δε σφόδρα ήπορούμην ο τι χρησαίμην, ω βουλή, τη τούτου παρανομία, ώστε έδοξέ μοι κράτιστον είναι άποδημήσαι εκ της πόλεως....
10. Ero in così grave imbarazzo su come comportarmi di fronte all’aggressione di costui, o consiglio, che mi sembrò che la cosa migliore fosse di andarmene dalla città.
Presi con me il ragazzo e me ne andavo. Quando credevo che il tempo fosse sufficiente per Simone per dimenticarsi del giovane e di pentirsi degli errori commessi in precedenza, ma ne torno in città. 11. Quando me ne tornavo al Pireo, costui, venuto immediatamente a sapere che era arrivato Teodoto e che alloggiava in casa di Tisimaco, il quale abitava nella casa che costui aveva preso in affitto, fece venire in casa sua alcuni degli amici intimi.
E costoro mangiavano e bevevano e disposero sul tetto delle guardie in modo da rapire il ragazzo non appena fosse uscito 12. Proprio in questo momento arrivo io dal Pireo e faccio una deviazione per andare da Lisimaco, e dopo aver trascorso insieme un po’ di tempo usciamo, e costoro già ubriachi piombano su di noi. E alcuni di quelli che erano venuti con lui non vollero prendere parte a quello attacco, ma il qui presente Simone, Teofilo, Protarco e Autoclete cercavano di tirar via il ragazzo. Egli però avendo gettato il mantello se ne andava via fuggendo.
Quanto a me, ritenendo che sarebbe riuscito a fuggire e che costoro non appena si fossero imbattuti in qualcuno provando vergogna avrebbero lasciato perdere, avendo pensato tutte queste cose, me ne andavo per un’altra strada. Così fortemente cercavo di evitarli e ritenevo che tutte le cose avvenivano a causa di costui fossero una grande disgrazia.
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