L'etopea di Lisia
Ἀποδίδωμί τε οὖν αὐτῷ καὶ τὴν εὐπρεπεστάτην ἀρετήν, καλουμένην δὲ ὑπὸ πολλῶν ἠθοποιΐαν....
Gli assegno dunque anche quest'altra convenientissima virtù che dai più è chiamata Etopea; infatti generalmente in questo oratore io non posso rivenire persona alcuna di cui non dipinga i costumi e a cui non sappia dare un'anima.
E siccome tre sono le cose, nelle quali ed intorno, a cui si debba scorgere questa virtù, vale a dire i pensieri, le parole e la loro ordinata collocazione, io affermo che egli è riuscito eccellente in tutte e tre.
Non solo rappresenta i soggetti come pensanti cose buone, eque e convenienti, in modo che i loro detti sembrano essere tante immagini dei loro costumi, ma a questi accomoda anche una direzione propria, chiara, comune e familiarissima a tutti gli uomini.
Dal che nasce che essi da se stessi si rendono perfettamente manifesti; poiché l'ampollosità ed i metodi sconosciuti e tutto ciò che sente di studiato, non giova a rappresentare i costumi
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