Un conservatore onesto
Ἐμοὶ τοίνυν, ὦ ἄνδρες δικασταί, οὔτ´ ἰδίᾳ οὔτε δημοσίᾳ συμφορὰ ἐν ἐκείνῳ τῷ χρόνῳ οὐδεμία πώποτε ἐγένετο, ἀνθ´ ἧς τινος ἂν προθυμούμενος τῶν παρόντων κακῶν ἀπαλλαγῆναι ἑτέρων ἐπεθύμουν πραγμάτων....
A me dunque, signori giudici, né in vita privata né in quella pubblica in quel tempo non capitò mai alcuna sventura, per la quale desiderassi un governo diverso per aver in animo di liberarmi dei mali presenti.... (CONTINUA)
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