Discorso di Annone nel senato cartaginese
Hanno unus adversus senatu magno silentio propter auctoritatem suam, non cum adsensu audientium orationem fecit, ..... Sagunti ruinae - falsus utinam vates sim - nostris capitibus incident"
Annone da solo fece un discorso dinanzi al senato con un grande silenzio dovuto alla sua autorità, ma non con il consenso degli ascoltatori, perchè non scatenassero una guerra Romana con Sagunto.
"Avete inviato agli eserciti un giovane che arde dalla bramosia di potere come offrendo legna al fuoco. Avete alimentato dunque questo incendio, nel quale ora bruciate. I vostri eserciti circondano Sagunto, dai quali sono tenuti lontani da un trattato; presto le legioni Romane circonderanno Cartagine, guidati dagli stessi dei che sono stati offesi dai patti infranti nella guerra precedente.
Un buon comandante vostro non ha ammesso nell'accampamento gli inviati che arrivavano dagli alleati e per gli alleati; essi tuttavia sono venuti da voi; richiedono fatti dall'alleanza; affinché il pubblico danno sia tenuto lontano, chiedono la consegna dell'autore della colpa e reo del delitto.
A Taranto, cioè in Italia, non ci siamo astenuti dai patti, come ora non ci asteniamo a Sagunto. Le rovine di Sagunto - magari fossi un profeta che sbaglia - cadranno sulle nostre teste".
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