Giunge a Cartagine la notizia della vittoria di Canne
Ornatus pagina 190 numero 126 - Livio
Inizio: "Dum haec Romae atque in Italia geruntur, nuntius victoriae ad Cannas Carthaginem venerat Mago..." Fine: "... Pro his tantis totque victoriis verum esse grates dei immortalibs agi haberique. "
Mentre a Roma e in Italia accadevano queste cose, era arrivato a Cartagine con la notizia della vittoria presso Canne Magone, figlio di Amilcare, non mandato dal fratello dal campo di battaglia, ma dopo essersi trattenuto per alcuni giorni nell'accogliere come alleate le popolazioni dei Bruzzi, che si erano schierate dalla loro parte. Egli, quando gli fu data udienza in senato, espose le imprese compiute dal fratello in Italia: aveva combattuto in campo aperto con sei comandanti, dei quali quattro erano stati consoli, due dittatori e uno comandante di cavalleria e con sei eserciti consolari; aveva ucciso oltre duecentomila nemici e più di cinquantamila li aveva fatti prigionieri.
Dei quattro consoli ne aveva uccisi due; degli altri due uno era rimasto ferito, l'altro, abbandonato l'intero esercito, era fuggito con a mala pena cinquanta uomini; il comandante di cavalleria, che ha potere consolare, era stato sconfitto e messo in fuga; conservavano come unico comandante il dittatore, perché non si era mai esposto in battaglia; i Bruzzi, gli Apuli e parte dei Sanniti e dei Lucani erano passati ai Cartaginesi.
Si era consegnata ad Annibale Capua, che non solo era la capitale della Campania, ma dopo che la potenza di Roma era stata fiaccata dalla battaglia di Canne, lo era anche dell'Italia. Per queste vittorie tanto grandi e tanto numerose era giusto essere grati agli dei immortali e che gli si rendessero grazie con sacre cerimonie.
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