La città di Petelia si arrende ad Annibale - Livio versione latino

La città di Petelia si arrende ad Annibale
Versione latino Livio LIBRO URBIS ET ORBIS

Eodem tempore Petelinos, qui uni ex Bruttiis manserant in amicitia Romana, non Carthaginienses modo qui regionem obtinebant sed Bruttii quoque ceteri ob separata ab se consilia oppugnabant....

Proprio in quei frangenti i Petelini, gli unici tra i Bruzi a rimanere fedeli ai Romani, subivano gli attacchi non solo dei Cartaginesi che occupavano la regione ma anche degli altri popoli del Bruzio, che non avevano condiviso le loro scelte di campo.

Siccome era impossibile resistere a tanti attacchi, i Petelini mandarono degli ambasciatori a Roma per chiedere un presidio. Le loro lacrime e le loro preghiere erano scoppiati infatti in pianti e lamenti nel vestibolo della Curia quando erano stati informati che dovevano provvedere da soli alle loro necessità - suscitarono grande compassione nei senatori e nel popolo. I senatori, invitati a pronunciarsi una seconda volta dal pretore Marco Emilio, valutarono attentamente tutte le forze di cui poteva disporre lo stato e furono costretti ad ammettere di non poter mandare dei presidi agli alleati lontani; risposero allora ai Petelini di tornare a casa: avevano fino a quel momento soddisfatto alla parola data, ma in quel frangente dovevano provvedere da soli alle loro necessità.

Quando fu riferito ai Petelini l'esito della delegazione, di colpo il loro senato fu colto da tanta paura e dolore che alcuni si fecero promotori della fuga - e ognuno andasse dove poteva - e dell'abbandono della città; altri, invece, dal momento che erano stati abbandonati dai vecchi alleati, facevano pressioni per aggregarsi agli altri Bruzi e, grazie alla loro mediazione, per arrendersi ad Annibale. Vinse tuttavia il partito di coloro che ritenevano che non si dovessero prendere decisioni precipitose o avventate e che il senato doveva riesaminare tutta la situazione. Ma Petelia, nel territorio dei Bruzi ad alcuni mesi dall'inizio dell'assedio.

Quella vittoria costò ai Cartaginesi molto sangue e molte ferite e gli assediati finirono per cedere soprattutto a causa della fame terribile. Si lasciarono infatti prendere solo quando, consumate tutte le scorte di prodotti della terra, tutta la carne di ogni genere di quadrupedi più o meno commestibili, si erano ridotti a sopravvivere mangiando corregge di cuoio, erbe, cortecce non ancora indurite, foglie strappate e a non avere più nemmeno le energie per stare in piedi sulle mura e portare le armi

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