La virtù di Lucrezia - versione latino
In his stativis, ut fit longo magis quam acri bello, satis liberi commeatus erant, primoribus tamen magis quam militibus; regii quidem iuvenes interdum otium conviviis comissationibusque inter se terebant....
In questa vita di accampamento, come suole avvenire nelle guerre più lunghe che aspre, venivano facilmente concesse licenze, agli ufficiali più che ai soldati, e i giovani figli del re spesso passavano il tempo in banchetti e gozzoviglie.
Una volta, mentre stavano bevendo nella tenda di Sesto Tarquinio, e partecipava al banchetto anche Collatino, figlio di Egerio, il discorso cadde sulle mogli, e ciascuno celebrava la sua con le maggiori lodi. Essendosi accesa la discussione, Collatino disse che le parole erano vane: in poche ore potevano rendersi conto di quanto la sua Lucrezia fosse superiore alle altre. "Siamo giovani e vigorosi: perché non montiamo a cavallo e non andiamo a constatare coi nostri occhi la virtù delle nostre donne?
La miglior prova per tutti sarà lo spettacolo che ci offriranno mentre non si aspettano l'arrivo del marito". Riscaldati dal vino tutti gridano: "Benissimo, andiamo", e spronati i cavalli volano a Roma. Giunti qua al calar delle tenebre, si dirigono successivamente a Collazia, dove trovano Lucrezia non trascorrere il tempo in banchetti e divertimenti con le compagne, come avevano visto fare le nuore del re, ma a notte inoltrata intenta a filare la lana, seduta in mezzo alla casa tra le ancelle veglianti al lume di una lucerna.
La palma di quella gara femminile toccò a Lucrezia. Essa accoglie benevolmente il marito che giunge in casa e i Tarquini, e Collatino vincitore invita cortesemente i figli del re a trattenersi. Qui Sesto Tarquinio vien preso dalla brama di far violenza a Lucrezia: sono stimolo alla libidine sia la bellezza, e sia la provata pudicizia.
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?